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  • Immagine del redattoreJessica_Ostetrica

Dolore pelvico e bacino contratto

Aggiornamento: 15 gen 2021




Noi non siamo una somma di pezzi, ma un corpo e una mente che si adattano in simbiosi alle esperienze della nostra vita e la risposta dei nostri processi di adattamento ad essa. Di questa complessa e perfetta orchestra fa anche parte il nostro pavimento pelvico, un secondo cuore che contiene muscoli, organi, ossa e che assorbe o rilascia le nostro emozioni. E’ sensibile alle preoccupazioni che viviamo nel quotidiano: come quando prima di un esame o di un impegno che ci impensierisce dobbiamo fare pipì urgentemente o andare di corpo più volte. E’ sensibile al nostro disagio, come quando di fronte all’eccitazione del nostro partner si stringe se la nostra testa viaggia altrove, per inseguire una preoccupazione o per fronteggiare il disagio di un ambiente inospitale. Parla per noi anche quando non vorremmo.


E’ per questo che molto spesso viviamo delle problematiche anche estremamente dolorose o destabilizzanti associate al nostro perineo e – nonostante diversi esami – non troviamo una risposta convincente a questi disagi. Può accadere di non riuscire ad avere rapporti senza alcun dolore, o di vivere delle mestruazioni dolorosissime, o di subire il dolore trafittivo dei muscoli stando sedute troppo a lungo. Può accadere di non riuscire a urinare senza dolore, di non risolvere un’infezione vaginale o vescicale cronicizzata, di doverci sforzare per vuotare la vescica o di soffrire di una forte urgenza urinaria. Perché anche se non ce ne rendiamo conto questa parte viva e totalmente sensibile del nostro corpo sta cercando di comunicarci qualcosa che tendiamo a ignorare, o tentiamo di farlo. Quando questi processi cronicizzano possiamo rientrare in uno dei disturbi comunemente raggruppati all’interno della dicitura “dolore pelvico cronico”. Prendersene cura è una grande responsabilità, e richiede un lavoro autonomo e assistito che possa riportare a una condizione di equilibrio le strutture accolte dal nostro bacino.



Un bacino fortemente contratto è la causa, o la risposta, di tante diverse condizioni a cui la medicina ha dato nomi diversi e che risentono di diverse definizioni: vulvodinia, vaginismo, vestibulodinia vulvare, sindrome dell’elevatore dell’ano, cistite interstiziale o sindrome della vescica dolorosa, sindrome dell’otturatorio interno o del piriforme, cistite interstiziale (e altro ancora). In tutte queste condizioni quanto accomuna le persone che ne soffrono è il dolore, persistente o intermittente, più o meno tollerabile, a carico delle strutture componenti o vicine al nostro bacino.

Le terapie studiate e efficaci per queste condizioni sono diverse, e dovrebbero associarsi alla terapia emotiva, osteopatica e – in alcuni casi – alla terapia farmacologica. Attraverso una semplice visita pelvica, un’accurata anamnesi e delle valutazioni aggiuntive è possibile definire e conoscere lo stato dei muscoli pelvici e le eventuali contratture che possono scatenare il dolore, una richiesta di aiuto che non dovrebbe essere ignorata …come viene invece fatto in tanti casi e tante patologie.


Molte sono le strade a nostra disposizione, con l’obiettivo di creare sollievo dalle condizioni dolorose e di ripristinare la normale funzione degli organi, dei recettori, dei nervi, dei vasi e dei muscoli che possono vivere in stato di sofferenza in conseguenza a una tensione protratta nel tempo e in alcuni casi interiorizzata al punto da essere percepita normale.




In particolare è possibile lavorare sul rilassamento muscolare attraverso manipolazioni, massaggi, tecniche respiratorie, oli e specifici prodotti associati al calore. Ci sono buone tecniche strumentali che hanno una funzione antalgica (come la TENS, possibile da applicare esternamente o internamente) o miorilassante ( in questo caso parliamo di Stimolazione Elettrica Funzionale). Può essere utile il BFB ( una tecnica che facilita la presa di coscienza del nostro stato muscolare a riposo, o di riconoscere una contrazione dallo stato di rilasciamento), così come la PTNS ( stimolazione percutanea del nervo tibiale posteriore) di recente introduzione e si basa sull’effetto inibitorio dei neuroni nocicettivi.

Durante le sedute riabilitative attraverso presidi e specifiche sessioni si coinvolge la paziente nell’apprendimento di tecniche di rilassamento, ma anche nell’autotrattamento dei punti di tensione interna (trigger point) responsabili del dolore in sede o irradiato ad altre strutture. Seppure il percorso preveda numerosi cambiamenti a livello comportamentale, posturale e un impegno non indifferente, è importante definire questo processo assistito come un percorso che richiede la responsabilizzazione di chi è affetto dal dolore, che ha bisogno di prendersi cura del proprio corpo e del proprio spirito per poter ritrovare la perfetta armonia di cui il nostro bacino e la nostra vita hanno bisogno.


Dr.ssa Jessica Li Gobbi Ostetrica 393 0924006 jessicaligo91@live.com

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